Quest’anno UNICORE, coordinato da UNHCR Italia, arriverà alla sua terza edizione, ampliando i suoi numeri. A settembre verranno accolti 45 i giovani in 24 diversi Atenei italiani. Per adesso il progetto coinvolge solo l’Etiopia, da cui sono arrivate oltre 500 candidature, in cui sono già attivi i corridoi umanitari gestiti da Caritas Italiana e Gandhi Charity.
-Il numero di richieste e di accoglienze aumenta ogni anno – riprende Daniele Albanese – a dimostrazione di quanto sia necessario rafforzare percorsi di ingresso regolari per chi fugge da guerre o fame. Parliamo di uomini e donne che hanno il diritto di inseguire le proprie aspirazioni, di diventare ingegneri, agronomi, tecnici specializzati. Una nuova generazione di cittadini del mondo pronta a contribuire alla crescita economia e sociale dell’Italia o a tornare a casa per cambiare il proprio Paese di origine.
Come ha ricordato il prof. Marco Borraccetti dell’Università di Bologna, da cui il progetto a preso il via nella prima edizione del 2019 – A questi studenti non basta garantire una laurea, bisogna metterli nelle condizioni di poter decidere del proprio futuro. E’ fondamentale che alla borsa di studio vengono affiancati altri interventi come l’accoglienza in famiglia, il supporto economico e psicologico, oltre a percorsi di inserimento lavorativo.
Il programma infatti non rimane circoscritto all’ambito universitario, ma prevede anche un sostegno all’inserimento sociale. Ciò avviene grazie all’intervento delle Caritas Diocesane, in collaborazione con la Diaconia Valdese, che individuano operatori e famiglie tutor che per due anni diventano i punti di riferimento dello studente. In città come Milano, ad esempio, l’azione è portata avanti dalla Caritas Ambrosiana e Diaconia Valdese in collaborazione con tre Università: la Statale, la Bicocca e la Bocconi.