Un Manifesto per rafforzare ed espandere in tutta Europa corridoi umanitari dedicati a giovani studenti rifugiati in Europa. E’ l’ambizioso progetto lanciato oggi a Bologna da Caritas Italiana, ICMC (International Catholic Migration Commission) Consorzio Communitas, il network Share e l’Università di Bologna in collaborazione con WUSC, Global Task Force on Third Country Education Pathways e UNHCR. Il “Manifesto on expanding refugee tertiary education pathways in Europe” è stato presentato durante la Conferenza Internazionale Share Network “The Universities as sposors” che per due giorni ha visto confrontarsi presso l’Università di Bologna i responsabili di programmi di vie legali di ingresso per studenti rifugiati provenienti da tutto il mondo.
Oggi solo il 5% delle persone che scappano da guerre e persecuzioni può accedere all’istruzione superiore (nel 2019 era solo 1%) a dimostrazione che i programmi di accoglienza studentesca come Unicore di Caritas Italiana stanno funzionando. L’azione presentato oggi nasce dall’esperienza programmi di successo come il programma UNICORE di Caritas Italiana, il DAAD Leadership tedesco per la Siria e l’Africa e lo Student Refugee Program (SRP) gestito in Canada dal WUSC.
Tra i contributi, c’è stato anche quello di Elly Schlein, vice-Presidente dell’Emilia Romagna che collegata a distanza ha spiegato che – Come Regione Emilia Romagna abbiamo lavorato alla costruzione di una rete tra università, istituzione e organizzazioni della società civile per accogliere e rispondere ai differenti bisogni degli studenti rifugiati. Tra i tanti progetti attivati c’è Unicore di Caritas Italiana con cui la scorsa estate abbiamo accolto circa 50 studenti eritrei provenienti dall’Etiopia. L’istruzione è la chiave per ridurre le disuguaglianze, rafforzare l’inclusione e costruire un futuro migliore e con più opportunità per tutti –
L’Università di Bologna – ha dichiarato il Rettore prof. Giovanni Molari nel suo intervento – crede in queste forme di cooperazione multilivello, come è il Manifesto che viene presentato oggi, tra diversi attori e ribadisce l’importanza di forme di cooperazione internazionale che consentano il sostegno degli studenti rifugiati-
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Come spiegato nel Manifesto, situazioni come quelle dell’Ucraina, del Corno d’Africa, dello Yemen, del Myanmar, della Siria o dell’Afghanistan, Paese dove l’istruzione superiore per le donne è preclusa, fanno capire che è necessario mettere in campo un’azione globale, efficace e duratura, nel rispetto dei valori europei. Il rafforzamento dei corridoi universitari è un vantaggio anche per chi accoglie, con la possibilità di arricchire tutto il mondo accademico grazie alle esperienze e alle capacità nuove portate da questi studenti.
Quella di Bologna è solo la prima di una serie di iniziative che porteranno il Manifesto in tutta Europa. Le organizzazioni e le singole persone che vogliono sostenerlo possono visitare il sito https://www.